Santa Lucia Vergine e Martire: una delle feste religiose più sentite dai folignati

Venerdì 13 dicembre si festeggia Santa Lucia Vergine e Martire una delle feste religiose e tradizionali più attese e celebrate dalla Città di Foligno. Nell’annuale appuntamento le Monache Clarisse del Monastero di Santa Lucia c’invitano in questo giorno a rivolgersi alla Santa come nostra fedele protettrice e dispensatrice di grazie perché illumini e sostenga i cristiani nel cammino verso il Regno di Dio dove il Signore ci attende insieme a tutti i Santi.

Una venerazione antica, che nella città della Quintana assume un valore ancor più particolare, o forse sarebbe meglio dire ‘dolce’…unico nel suo genere infatti, il legame con le cialde dolci all’anice che vengono vendute fuori dalla chiesa solo in questa giornata dell’anno.

La tradizione, tutta folignate, affonda le radici nella storia lontana. Sembrerebbe infatti che la stessa forma richiami in qualche modo gli occhi della martire, ritratta secondo l’iconografia cristiana coi suoi stessi occhi in mano dopo le torture inflitte.

Programma:

Martedì 10, mercoledì 11, giovedì 12 dicembre ore 7.30 celebrazione Santa Messa. Sempre giovedì alle ore 17.30 Santa Messa animata dall’Unità pastorale San Giovanni paolo II.

Venerdì 13 dicembre a partire dalle ore 7.00 fino alle 20.00 ogni ora si celebrerà la Santa Messa in particolare ricordiamo alle ore 8.00 Santa presieduta da S. E. Mons. Gualtiero Sigismondi Vescovo di Foligno; alle ore 11.00 Santa Messa presieduta da M.R.P.  Claudio Durighetto ministro provinciale OFM; alle ore 17.00 Santa Messa presieduta da Mons. Giuseppe Bertini parroco della Cattedrale di S. Feliciano.

Durante la giornata ci sarà la possibilità di accostarsi Sacramento della Riconciliazione.

 

Storia di Santa Lucia: nacque a Siracusa nell’anno 281 da nobilissima e ricchissima famiglia. Rimasta orfana di padre all’età di cinque anni venne educata nella religione cristiana dalla pia e saggia Eutichia, sua madre. Fatta grandicella e accesa di puro amore di Dio, decise all’insaputa della madre di mantenere perpetua verginità. Ignorando questo segreto la buona Eutichia, come allora usavasi universalmente, non tardò d’interessarsi per trovare alla figliuola uno sposo che convenisse. Era questi un giovane nobile, ricco e di buone qualità, però non cristiano. Lucia si turbò: ma non volendo manifestare il suo segreto alla madre, cercò pretesti per tramandare le nozze; ed intanto confidava nella preghiera e nella grazia.

Ed ecco quanto avvenne: Eutichia fu presa da una grave malattia, per cui non bastando né medici nè medicine, per consiglio di Lucia, mamma e figlia decisero di portarsi in pellegrinaggio a Catania, alla tomba di S. Agata, per ottenere la guarigione. Giunte a Catania, e prostratesi in preghiera presso quelle sacre reliquie, Agata fece intendere a Lucia di rimanere fedele al voto fatto e di contenere, se necessario, anche il martirio per amor di Gesù. La madre ottenne la guarigione, ma una grazia maggiore ebbe Lucia: il suo avvenire era irrevocabilmente deciso. Tornate a Siracusa, Lucia si confidò con la madre ed ottenne che la lasciasse libera nella scelta del suo stato.

Il pretendente deluso, montò subito sulle furie e giurò vendetta, appena seppe che il rifiuto di Lucia proveniva dal fatto di essere cristiana. Si presentò quindi al proconsole romano Pascasio e accusò la giovane come seguace della religione cristiana e perciò ribelle agli dèi ed a Cesare. Tradotta davanti al proconsole, si svolse un dialogo drammatico, nel quale rifulsero la fermezza e costanza della martire. Neppur la forza valse a smuoverla, poiché Gesù rese impotenti i suoi nemici. Fu martirizzata il 13 dicembre del 304. La festa cade in prossimità del solstizio d’inverno (da cui il detto “santa Lucia il giorno più corto che ci sia”).