Esequie di don Luciano Gregori

02-10-2018
Esequie di don Luciano Gregori – Santuario della Madonna del Pianto, 2 ottobre 2018
 
            Nella notte che ha lasciato alle spalle la festa dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, la morte ha visitato don Luciano, senza svegliarlo, ma facendolo passare dal sonno al riposo eterno. Il Signore, che “dispone i tempi del nascere e del morire”, ci fa celebrare questa liturgia esequiale nella memoria liturgica degli Angeli custodi.
Fratelli carissimi, ignoreremmo una parte notevole delle sacre Scritture se trascurassimo di parlare degli Angeli. In tutto l’Antico Testamento troviamo queste figure, la cui presenza rassicurante accompagna il popolo d’Israele in ogni sua vicissitudine. Alle soglie del Nuovo Testamento, Gabriele è mandato ad annunciare a Zaccaria e a Maria la “pienezza del tempo”. Un coro di Angeli reca ai pastori la gioia grande della nascita del Salvatore; come pure sono gli Angeli ad affidare alle donne il primo Annuncio della gioia pasquale.
Gli Angeli sono spiriti celesti inviati da Dio, i quali annunciano la sua presenza fra di noi e ne sono un segno: “onorandoli esaltiamo la sua bontà infinita”. La liturgia ci assicura che Dio, nella sua Provvidenza d’amore, “ha posto gli angeli a nostra custodia: ci proteggono, ci istruiscono e ci guidano”. Essi, stando davanti al trono di Dio, contemplano la gloria del suo volto; a loro è assegnato il compito di scortarci, di guidarci alla Patria del cielo. La liturgia ci ricorda che gli Angeli, oltre ad essere messaggeri di Dio, cantano la sua gloria. È al loro canto – la liturgia ce lo ricorda in ogni prefazio! – che “si uniscono le nostri umili voci nell’inno di lode”. È inserendosi sulla loro lunghezza d’onda che il canto della Chiesa pellegrina sulla terra viene amplificato nella “città santa, la nuova Gerusalemme”.
Come alla fine dei tempi saranno gli Angeli ad accompagnare Gesù nella sua venuta nella gloria, così al termine della nostra esistenza terrena saranno loro, custodi della “soglia” del Paradiso, ad invitarci ad entrare. La liturgia esequiale, nel rito dell’ultima raccomandazione e del commiato, suggerisce questa invocazione. “Venite, Santi di Dio, accorrete, Angeli del Signore”. Don Luciano carissimo, “ti accolga Cristo che ti ha chiamato, gli Angeli ti conducano con Abramo in Paradiso e presentino la tua anima al trono dell’Altissimo”.
Fratelli carissimi, non appena ho appreso la notizia della morte di don Luciano, subito ho pensato a San Michele che egli ha invocato quotidianamente, come esorcista, con la formula di preghiera scritta da Leone XIII e che Papa Francesco, proprio sabato scorso, ha raccomandato di recitare con particolare fervore, in questo mese di ottobre, a conclusione del Rosario. Don Luciano ha esercitato il ministero di esorcista con grande zelo ed equilibrio, continuando l’opera di suo zio, mons. Ernesto Buono, di venerata memoria. In ragione di questo ufficio ha mantenuto con me un rapporto molto stretto, che mi ha permesso di saggiare la sua fede. Egli sapeva bene che la lotta contro Satana, “omicida fin da principio” e “padre della menzogna” (cf. Gv 8,44), impegna il credente ad un atteggiamento di continua vigilanza (cf. 1Pt 5,8-9), nella certezza che Gesù Cristo ha vinto il Maligno e ha definitivamente spezzato il suo dominio. Con sapienza e prudenza egli ha richiamato i fedeli ad evitare sia la stolta credulità, che vede interventi diabolici in ogni anomalia e difficoltà, sia il razionalismo preconcetto, che esclude a priori non solo qualsiasi forma di intervento straordinario del Diavolo (possessione, ossessione, vessazione e infestazione), ma anche la sua azione ordinaria, con la quale continua a tentare gli uomini al male. Don Luciano ha assicurato una vicinanza piena di carità a molte persone oppresse dalla sofferenza, testimoniando loro che il Salvatore ha vinto Satana ed ha imposto al peccato e alla morte un limite invalicabile.
Presentiamo al Signore la nostra preghiera di suffragio per don Luciano e di conforto per i suoi familiari, in particolare il fratello Giancarlo, per chi lo ha assistito come una sorella, Agata, e per i tanti amici che hanno condiviso con lui la passione per la montagna. La vita è un pellegrinaggio che “dal fonte battesimale conduce alla Gerusalemme celeste”, è un cammino “in cordata” che la morte non riesce a spezzare. Carissimo don Luciano, “lassù, sulle montagne”, adesso senti cantare gli Angeli e vedi, senza veli, quanto sia vero quello che insegna Melitone di Sardi, un autore cristiano del II secolo, in un’omelia pasquale: “Cristo è colui che ha coperto di confusione la morte e ha gettato nel pianto il Diavolo, come Mosè il Faraone”.
 
+ Gualtiero Sigismondi