Il vescovo Sorrentino ai cresimandi di Foligno: “Gesù è la medicina”

Dopo l’incontro in occasione di San Feliciano, il presule è tornato a riabbracciare i tanti giovani pronti a ricevere il sacramento, elencando loro i tre mali da sconfiggere.
“Abbiamo tre malattie che producono tanta tristezza e l’unica medicina per guarire è Gesù”. A dirlo è stato, nella mattinata di giovedì 6 aprile, il vescovo di Foligno e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino. E lo ha fatto in occasione dell’incontro con i cresimandi delle varie parrocchie e Unità pastorali di Foligno. Un appuntamento che s’inserisce nel solco di quello avvenuto lo scorso mese di gennaio, quando monsignor Domenico Sorrentino aveva incontrato i cresimandi in occasione di San Feliciano, donando loro il Vangelo. Questa volta sono arrivati dei doni altrettanto preziosi, ovvero nuove parole e nuove esortazioni per sconfiggere il “buio e l’oscuro” che rischiano di avvolgere il cuore. Per farlo – ha ricordato il vescovo – “bisogna aprire il cuore allo Spirito Santo. Lui arriva, ma noi dobbiamo aprirgli le porte e le finestre del cuore”. Circa 200 – dei 400 cresimandi della diocesi – i giovani presenti all’incontro svolto nella chiesa di San Giacomo, ai quali il presule folignate ha voluto elencare le “tre malattie” invisibili che rovinano la gioia.
 “La prima è la confusione nella nostra mente, causata soprattutto dai social, dove ognuno ha la sua verità. La seconda è la separazione dei nostri rapporti. È sempre più difficile stare e rimanere insieme: per farlo ci vuole una forza speciale che passa attraverso la comprensione e il perdono. La terza – ha detto monsignor Sorrentino – è la chiusura verso i nostri fratelli. È una malattia, questa, che porta tanta tristezza all’umanità. Dobbiamo ricordarci che siamo tutti fratelli, anche chi viene da paesi lontani dal nostro. Per tutto questo, la medicina è lo Spirito Santo che ci porta Gesù”. In una nuova e importante tappa di avvicinamento al sacramento della confermazione, il vescovo Sorrentino ha tenuto particolarmente a parlare ai giovani, dando loro l’importanza che meritano. Un segno tangibile di quanto lo stesso presule ha racchiuso nella lettera pastorale “Vangelo, famiglia, giovani”, portata avanti anche dagli Orientamenti per l’anno pastorale 2022/2023 (“Veni, Sancte Spiritus”), in cui viene evidenziato il concetto di creare un “Oratorio continuativo” che possa sempre seguire i giovani. Giovani annunciatori del Vangelo (Gav), quelli dai 18 anni in su, ai quali si affiancano i Ragazzi amici del Vangelo (Rav), tra cui ci sono proprio i cresimandi. Cresimandi che, a San Giacomo, hanno chiuso la mattinata recitando la preghiera a loro dedicata.
 E lo hanno fatto proprio insieme al vescovo Domenico Sorrentino e ai tanti parroci e catechisti presenti. Parroci che, proprio nel Giovedì Santo, hanno un motivo in più per gioire: è il giorno in cui si rinnova il loro “sì” al Signore. L’incontro è stato coordinato da don Giovanni Zampa, vicario episcopale per la pastorale. È stato lui ad aprire la mattinata, invocando con i giovani lo Spirito Santo. Poi, nel Vangelo donato dalla Diocesi a ogni cresimando, è scattata una vera e propria “caccia al tesoro”. All’interno del testo, i presenti hanno dovuto cercare il “tesoro nascosto”, ovvero delle “parole chiave” piene di bellezza e ricchezza. Parole che corrispondevano a dieci oggetti poi svelati e che hanno chiamato i giovani all’ambone per riferire ai presenti cosa significassero per loro. Luce, terra, servizio, vino, pane, fuoco, casa, acqua, olio, Vangelo: sono state queste le parole “svelate” e su cui si è riflettuto. Al termine della giornata di festa, don Giovanni Zampa ha invitato tutti – cresimandi e genitori – a usare gli strumenti donati loro dalla Diocesi, a partire dal Vangelo. “Consumatelo!” ha esortato don Giovanni, ricordando come, ricevendo il crisma, troveranno l’energia e il fuoco per farlo ancora meglio. Dal “gruppone” ai piccoli gruppi, il vescovo Sorrentino si è reso disponibile a incontrare i cresimandi all’interno delle singole parrocchie.