L’Azione Cattolica festeggia l’adesione

Eccellenza, siamo di nuovo qui, anche quest’anno, in occasione della festa dell’Immacolata, per ripetere il nostro si all’Azione Cattolica ed alla Chiesa, ma questo è un anno un po’ speciale: fanno eco ancora nel nostro cuore le parole pronunciate dal papa in occasione del Convegno di Firenze e le sollecitazioni del convegno che la nostra diocesi ha celebrato sul concilio vaticano II, restituendo le istanze di novità che questo ha portato nella Chiesa, siamo poi all’inizio del Giubileo straordinario della Misericordia.

Cosa significa allora per noi, qui, adesso, in questo straordinario crocevia della Chiesa italiana, cosa vuol dire per noi, piccola associazione di una piccola diocesi d’Italia, dire il nostro si?Noi, Eccellenza, con il nostro si vogliamo dire che siamo pronti. Siamo pronti ad uscire incontro alle persone che popolano le nostre città, per essere “fermento di dialogo, di incontro, di unità”, consapevoli che “dialogare non è negoziare. Negoziare è cercare di ricavare la propria “fetta” della torta comune”, mentre dialogare significa “Discutere insieme, pensare alle soluzioni migliori per tutti”, come ci ricorda papa Francesco, che afferma anche che il modo migliore per “dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà”.Siamo pronti a non “guardare dal balcone la vita”, ma a farci sollecitare dalle parole del papa che chiede a tutti, e soprattutto ai giovani “impegnatevi, immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico. Le mani della vostra fede si alzino verso il cielo, ma lo facciano mentre edificano una città costruita su rapporti in cui l’amore di Dio è il fondamento. E così sarete liberi di accettare le sfide dell’oggi, di vivere i cambiamenti e le trasformazioni”.Siamo pronti a contribuire a far sì che la Chiesa abbia il “volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza”.Siamo pronti ad impegnarci ad essere “cristiani nel mondo e laici nella Chiesa”, a navigare in mare aperto, liberi e aperti alle sfide del presente “mai in difensiva per timore di perdere qualcosa”, a diventare anello di collegamento tra la Chiesa e il Mondo, capaci di far risuonare nella Chiesa le attese e le speranze, le ansie e le fatiche degli uomini del nostro tempo.Siamo pronti, infine, a fare la nostra parte perché nella nostra chiesa locale si perfezioni la sinodalità: “Una Chiesa sinodale – dice papa Francesco – è una Chiesa dell’ascolto nella consapevolezza che ascoltare «è più che sentire». È un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare. Popolo fedele, Collegio episcopale, Vescovo di Roma: l’uno in ascolto degli altri; e tutti in ascolto dello SpiritoSanto, lo «Spirito della verità» (Gv 14,17), per conoscere ciò che Egli «dice alle Chiese» (Ap 2,7).Siamo pronti ad ascoltare non solo il nostro Vescovo, ma anche i nostri parroci e siamo pronti a farci ascoltare da loro, sperando che anche essi, finalmente, vogliano ascoltare.