Verbale del Consiglio Pastorale Diocesano del 24 ottobre 2014

Consiglio Pastorale Diocesano
24 ottobre 2014
Verbale

Oggi 24 Ottobre 2014 alle ore 21 presso il Seminario Vescovile si è riunito il Consiglio Pastorale Diocesano presieduto da S.E. Mons. Gualtiero Sigismondi per discutere il seguente Ordine del Giorno:
      Presentazione del Calendario Diocesano da parte del Vicario Generale;
      Prospettive per continuare il cammino pastorale della Diocesi nel post-Assemblea Diocesana;
      Definizione dei temi da affrontare nelle prossime riunioni del Consiglio Pastorale Diocesano;
      Eventuali comunicazioniSvolge la funzione moderatore il sig. Francesco Savi, verbalizza la sig.ra Maria Chiara Giacomucci.
Risultano assenti ingiustificati: Benna Mario, Bonollo Luigi, Capoccioni Angelo, Capodimonti Massimo, Casini Diego, Cristiano Antonio, Filippucci Luigi, Fioretti Bernard, Fioriti Maria, Lazzari Simona, Mancinelli Eros, Marchi Franco, Pollice Stefano, Roscini Vitali Ivana, Santarelli Alfredo, Ventura… .
Sono assenti giustificati: Camilli Paolo, Fanelli Rita, Masciotti Mauro, Morettini Elisa, Passalacqua Rossella, Zampa Giovanni. Si allegano al presente verbale le firme di presenza.
Dopo la preghiera, alle ore il moderatore introduce il primo punto all’OdG.
 
      il Vicario don Gianni Nizzi presenta il Calendario diocesano con un intervento di cui si allega lo schema e sottolinea che, soprattutto dove è presente il Vescovo, la comunità diocesana si senta impegnata a partecipare.Negli interventi che seguono si osserva come stia aumentando la collaborazione tra gli Uffici e si rileva la crescente attenzione agli eventi presenti nel Calendario, anche se occorre comunque fare attenzione a non moltiplicare ulteriormente gli incontri che devono diventare parte viva del cammino parrocchiale; la Chiesa locale è forse nella città l’istituzione più prolifica di iniziative e questo è positivo perché l’evangelizzazione passa anche attraverso questa strada; la gazzetta può e deve diventare sempre di più la cassa di risonanza degli eventi che si organizzano.
Si auspica che il CPD diventi per gli Uffici non il luogo dove presentare gli incontri, ma dove proporre le proprie iniziative prima di metterle in campo, in modo che se ne possa discutere.
Si fa inoltre presente che spesso le parrocchie della montagna non sono adeguatamente informate delle iniziative e si propone di potenziare gli strumenti di comunicazione, quali il sito diocesano; in merito a questa ultima sollecitazione il responsabile delle Comunicazioni fa presente che occorre migliorare la qualità delle informazioni circa le iniziative da presentare e che è stata da poco costituita la Consulta delle Comunicazioni Sociali che dovrebbe aiutare a risolvere questi problemi. 
Si passa all’esame del secondo punto all’OdG.
      Dopo l’intervento del rappresentante dell’AC (che si allega), si sottolinea come sia stato particolarmente positivo e costruttivo l’incontro pre-assembleare, e come, però l’assemblea abbia lasciato fuori temi cruciali rispetto ai quali occorre mettersi in ascolto; vengono chiesti chiarimenti sui previsti incontri post assemblea e rispetto a questo la responsabile dell’Ufficio Famiglia evidenzia come si sia scelto di incontrare le famiglie nei luoghi della quotidianità: la scuola materna, il momento dei sacramenti, gli oratori.Si sottolinea infine che è mancata la collaborazione alla preparazione dell’assemblea e che occorre trovare il gruppo che si occupi di organizzare operativamente gli incontri post assemblea.
Si esamina infine il terzo punto all’OdG:
      emergono le seguenti proposte:

       dedicare un incontro alla Caritas
       una riflessione sulle conclusioni cui è giunto il Sinodo sulla famiglia celebratosi nelle scorse settimane, perché c’è grande disorientamento;
       la necessità di cominciare la preparazione del Convegno Ecclesiale di Firenze soprattutto in vista dell’uscita imminente del documento preparatorio;
       la necessità di effettuare dei momenti di verifica sul percorso svolto dal CPD e dalla comunità ecclesiale dopo la Visita pastorale
       la necessità di effettuare un momento di verifica sul funzionamento del CPD, anche a seguito della proposta presentata la primavera scorsa, che è rimasta lettera morta.Per quel che riguarda le comunicazioni, si ricorda il Convegno su S. Angela ad un anno dalla canonizzazione e la Festa del S. Carlo he quest’anno è stata aperta a tutta la città e che prevede tra l’altro la celebrazione del decimo anniversario dell’indizione, nella nostra diocesi, del Sinodo dei Giovani.
A conclusione della seduta il Vescovo sottolinea la sovrabbondanza delle iniziative che sono utili se non mirano a fare proseliti, ma hanno un respiro missionario; evidenzia il fatto che siamo non una Chiesa “in uscita”, ma piuttosto una Chiesa in affanno, perché non siamo ancora saliti nella “stanza al piano superiore” dove si pratica il silenzio e la preghiera; abbiamo tre grandi fatiche:…
I temi posti all’attenzione del CPD sono tutti importanti, ma occorre fare attenzione: lo spazio dedicato agli Uffici (quali la Caritas) deve avere il tono della verifica, non della presentazione delle iniziative; per quel che riguarda le conclusioni sul Sinodo sulla Famiglia, occorre avere i seguenti orientamenti: Dio ricava il bene da tutto, non separare la dottrina dalla disciplina, questa materia va affrontata con stile sinodale, ovvero dove non si cerca la vittoria a maggioranza, ma la convergenza.
La seduta è tolta alle ore 22,45.

                                                                                                            Il segretario
                                                                                               Maria Chiara Giacomucci

Allegati

1) Rita Del Vaso Schoen
 

CPD: SCHEMA DI INTERVENTO INERENTE AL N° 3 dellOdG. Del Consiglio del 24 0tt0bre ‘14
 
Il CPD ha affrontato diversi temi, soprattutto quelli emersi dopo la visita pastorale come la  comunione, la formazione, la catechesi…,e dopo l assemblea, la famiglia ,e la famiglia impegnata nella catechesi.
Allora più che fare proposte  nuove rispetto ai temi già trattati, mi chiederei: se questi hanno avuto attuazione, sviluppo, difficoltà di attuazione. Più che nuove proposte sarebbe il caso di comunicarci le verifiche su che cosa è cambiato dopo la visita pastorale ed anche  cosa i consigli parrocchiali si pongono dopo l’assemblea.
 Suggerirei per avere conferma e ulteriore luce di prendere visione del documento” Incontriamo Gesù, redatto dalla Commissione Episcopale per la dottrina della fede l’annuncio e la catechesi e sancito dal voto della 66a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana (Roma, 19-22 maggio 2014), per delineare gli Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia. […] “Incontriamo Gesù” è un documento che vuole orientare la pastorale catechistica per quanto le compete aiutandola a ridefinire i suoi compiti all’interno dell’azione evangelizzatrice della Chiesa, intesa come orizzonte e processo. Non si tratta dunque di un testo che voglia descrivere tutta la pastorale: esso si concentra specificamente sull’annuncio e la catechesi ovviamente anche nei loro rapporti con l’insieme delle azioni pastorali. E’ inoltre da tener presente che è una rivisitazione aggiornata del DB (documento base per la catechesi) del dopo-Concilio.
C’è veramente da rallegrarsi rendendo grazie allo Spirito che la nostra chiesa locale sta su queste linee da cui comunque può ricevere ulteriore luce e foraza.             
                        Sul tema della comunione (visita pastorale)
Il testo interroga le comunità parrocchiali CON I LORO CONSIGLI PASTORALI, LE ASSOCIAZIONI E I MOVIMENTI ECCLESIALI, IN PARTICOLARE PARROCI, PRESBITERI, DIACONI, PERSONE CONSACRATE, CATECHISTI, FORMATORI DI GIOVANI, ANIMATORI DI PERCORSI PER FIDANZATI E FAMIGLIE, E TUTTI GLI ALTRI OPERATORI PASTORALI.
                 
 Punti di forza. Il documento,  «presenta sette dimensioni che lo caratterizzano e, insieme, aprono a ulteriori sviluppi futuri. Anzitutto c’è un chiaro riferimento all’evangelizzazione in quanto orizzonte e processo». In secondo luogo, «l’importanza del primo annuncio che vuole illuminare il cuore dell’uomo nei passaggi fondamentali e critici della vita». Terza dimensione: «L’assoluta precedenza della catechesi e della formazione cristiana degli adulti e, all’interno di essa, del coinvolgimento delle famiglie nella catechesi dei piccoli».
 Quarta: «La centralità della comunità nel processo di discernimento e progettazione dell’educazione nella fede». E, successivamente, «l’ispirazione catecumenale della catechesi». Sesta caratteristica: «La formazione dei catechisti e – in forma curriculare e permanente – la formazione dei presbiteri e dei diaconi». Infine: «La proposta mistagogica ai preadolescenti, agli adolescenti e ai giovani, caratterizzata da una non scontata continuità con la catechesi di iniziazione cristiana ma anche dalla considerazione della realtà di “nuovi inizi” esistenziali». In tutto ciò s’inseriscono questioni di particolare attualità, come la scelta dei padrini e delle madrine (figure «scelte, qualificate e valorizzate» all’interno della comunità), o il valore del «mandato del vescovo» (che esprime la «ministerialità peculiare dei catechisti» e, per questo, non dovrebbe essere generico o episodico).
               Sul tema dell’uscire (Papa Francesco) e del cortile dei Gentili ( Vescovo Gualtiero)
Dal n. 15:  permeare la cultura del nostro tempo con l’annuncio del Vangelo, per rinnovare stili di vita,criteri di giudizio, modelli di comportamento e ridare fondamento cristiano a quei valori che fanno parte integrante della nostra tradizione, ispirata dal cristianesimo…Qundi una chiesa in uscita…
 
Dal n. 16 La sfida che ci attende è far sì che ogni persona, nei molteplici ambiti di vita, possa sperimentare una Chiesa capace di comunicare il Mistero di Cristo; una Chiesa sensibile, partecipe, vicina, “esperta di umanità”, ricca di buona notizia, compagna disinteressata di viaggio. L’evangelizzazione inizia fuori degli ambienti parrocchiali ed ecclesiali.
 
                Sul tema della famiglia e comunità cristiana
Dal n. 28. COMUNITÀ CRISTIANA E FAMIGLIA
«Prima sono i catechisti e poi i catechismi; anzi, prima ancora, sono le comunità ecclesiali. Infatti […] non è pensabile una buona catechesi senza la partecipazione dell’intera comunità». Vogliamo ribadire con forza questa convinzione, con cui si concludeva il DB: l’opera dell’annuncio e della catechesi è espressione – prima ancora che di persone preparate per questo servizio – dell’intera comunità cristiana.
Il Direttorio Generale definisce quest’ultima come «la realizzazione storica del dono della“comunione” (koinonia) che è frutto dello Spirito» espressa nella Chiesa universale e nelle Chiese particolari, visibilmente sperimentabile nelle comunità cristiane, «nelle quali i cristiani nascono alla fede, si educano in essa e la vivono […]. La comunità cristiana è l’origine, il luogo e la meta della catechesi. È sempre dalla comunità cristiana che nasce l’annunzio del Vangelo, che invita gli uomini e le donne a convertirsi e a seguire Cristo. Ed è la stessa comunità che accoglie coloro che desiderano conoscere il Signore e impegnarsi in una vita nuova».All’interno della comunità locale, il vescovo in primis, coadiuvato dal suo presbiterio, esercita la responsabilità della cura della catechesi. In questa prospettiva di comunità, UN RUOLO PRIMARIO E FONDAMENTALE APPARTIENE ALLA FAMIGLIA CRISTIANA IN QUANTO CHIESA DOMESTICA. Essa, proprio come la Chiesa, è «uno spazio in cui il Vangelo  trasmesso e da cui si irradia» e ha una «prerogativa unica: trasmette il Vangelo radicandolo nel contesto di profondi valori umani. Tutti conosciamo le fragilità, le fatiche e le ferite alle quali è esposta oggi la famiglia. Mentre rimane impegno costante delle comunità cristiane esprimere forme di vicinanza e di sostegno pastorale e spirituale agli sposi, dobbiamo comunque pensare ai genitori cristiani, qualunque situazione essi vivano, come i primi educatori nella fede: essi, salvo espliciti rifiuti, con il dono della vita desiderano per i propri figli anche il bene della fede. PROPRIO PER QUESTO, LA COMUNITÀ CRISTIANA DEVE ALLA FAMIGLIA UNA COLLABORAZIONE LEALE ED ESPLICITA, CONSIDERANDOLA LA PRIMA ALLEATA DI OGNI PROPOSTA CATECHISTICA OFFERTA AI PICCOLI ED ALLE NUOVE GENERAZIONI. IN TAL SENSO VA VALORIZZATO OGNI AUTENTICO SFORZO EDUCATIVO IN SENSO CRISTIANO COMPIUTO DA PARTE DEI GENITORI.
La parrocchia «è, senza dubbio, il luogo più significativo, in cui si forma e si manifesta la comunità cristiana. Essa è chiamata a essere una casa fraterna e accogliente, dove i cristiani diventano consapevoli di essere popolo di Dio. Nella parrocchia, infatti, si fondono insieme tutte le differenze umane che vi si trovano e si innestano nell’universalità della Chiesa. Essa è, d’altra parte, l’ambito ordinario dove si nasce e si cresce nella fede».
                                                     Rita Del Vaso Schoen

2) Azione Cattolica

Nel Consiglio Diocesano di AC dedicato alla programmazione, abbiamo riflettuto sull’Assemblea diocesana, ovviamente, anche in vista di una programmazione che tenesse in debito conto il percorso che come diocesi stiamo facendo.
 
In particolare ci siamo soffermati su una frase di Accattoli che tutti abbiamo notato: abbiamo le strutture, i linguaggi, gli orari di una Chiesa costituita, ma non va più bene, dobbiamo diventare una Chiesa missionaria.
 
Su questa frase ci siamo interrogati, perché, come laici, sappiamo che è profondamente vera, come credenti, non possiamo dimenticare che nella Evangelii Gaudium il Papa ci invita ad essere chiesa “in uscita”, come membri di Azione Cattolica, infine, non possiamo dimenticare i tre verbi che il Papa ci ha consegnato lo scorso maggio a conclusione dell’Assemblea Nazionale: “Rimanere con Gesù”, “Andare… Andare … e annunciare che Dio è Padre e che Gesù Cristo ve lo ha fatto conoscere, e per questo la vostra vita è cambiata”, “E infine, gioire… Essere persone che cantano la vita, che cantano la fede”.
 
Pensiamo quindi che come diocesi non si possa tentare altro che questo: diventare una chiesa missionaria, cioè cambiare linguaggio, strutture, orari… . riteniamo che occorra trovare occasioni per mettersi in ascolto di chi se ne è andato o di chi non è mai voluto entrare o di chi si è sentito lasciato solo, che occorra ricominciare ad essere presenti e credibili e dialoganti là dove da tempo siamo latitanti: nella città.
 
Per quel che ci riguarda, abbiamo deciso di avviare un percorso di coinvolgimento dei genitori nel cammino dell’ACR, per cui nelle due parrocchie (S. Maria in Campis e S. Maria Infraportas) in cui siamo presenti anche con questo settore, genitori e ragazzi rifletteranno, ognuno con il proprio stile ed il proprio linguaggio, sugli stessi contenuti; la sfida è proprio quella di sperimentare un linguaggio, una metodologia ed uno stile che aiuti a creare tra gli adulti un clima di familiarità e di disponibilità al confronto. E ci fa molto piacere che nella U.P. Giovanni Paolo II, realtà nella quale ci è stato affidato un gruppo di ragazzi e dove quindi abbiamo fatto la stessa proposta, la nostra idea è evidentemente piaciuta, tanto che nell’ultimo Consiglio Parrocchiale si è deciso di tentare una esperienza simile anche per i genitori degli altri gruppi di catechismo.
 
L’altro versante che ci ha viso impegnati è quello della cittadinanza attiva: insieme ad altre associazioni cattoliche e non, abbiamo realizzato lo Slotmob dello scorso 16 ottobre. A dare il via alla realizzazione di questo evento e soprattutto alla rete di associazioni, sono state proprio quattro realtà del mondo cattolico (MOVIMENTO DEI FOCOLARI, AGE, AGESCI ed AC) e per una volta le associazioni “laiche” si sono accodate. Questa iniziativa, come anche altre (Cittadini del Mondo) è il segno che è possibile esserci da protagonisti nel Cortile dei Gentili per far emergere le tante questioni non risolte della nostra città.