Visita ad Limina

La Visita al limina è l’incontro che ogni cinque anni i vescovi di tutto il mondo hanno con il Papa e con alcuni Dicasteri della Curia romana per illustrare le particolarità e le problematiche religiose di una determinata regione ecclesiastica. Non è però un semplice atto giuridico-amministrativo, ma un’occasione privilegiata di comunione pastorale, di dialogo e di reciproco arricchimento.
Grazie a un calendario stabilito da tempo e recentemente riconfermato, i vescovi dell’Umbria hanno potuto conoscere da vicino il volto e il cuore di papa Francesco e lo hanno invitato ad Assisi.
La Visita ad limina è iniziata lunedì 22 aprile con una Concelebrazione eucaristica nel luogo del martirio dell’apostolo Pietro e, dopo un incontro con il Prefetto della Congregazione dei vescovi, ha avuto il suo momento più significativo nell’udienza con Papa Francesco, protrattasi ben oltre il tempo stabilito. Dovendo ogni vescovo presentare brevemente un profilo della propria diocesi, mi sembra importante citare due passaggi significativi di Mons. Gualtiero Sigismondi: ‘L’appuntamento della Visita ad limina è giunto provvidenziale alla vigilia della conclusione della Visita pastorale che sigilla i primi cinque anni del mio servizio episcopale nella Diocesi di Foligno. Consapevole che la qualità di una Diocesi dipende in larga parte da quella del suo Presbiterio, mi sto rendendo conto che il rinnovamento della Chiesa passa per la ‘porta stretta’ della riforma della vita del clero’.
Al termine dell’incontro i volti dei nostri vescovi apparivano luminosi e raggianti come non mai. ‘È stato veramente un incontro bello – ha detto Mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi – un momento di ardore pentecostale che abbiamo vissuto e che il Papa ci ha messo nel cuore. Abbiamo discusso e verificato tante cose della nostra vita pastorale’. Da parte sua Mons. Gualtiero Sigismondi, che ha promesso un suo intervento nel prossimo numero del nostro settimanale diocesano, ha sottolineato ciò che sta particolarmente a cuore a Papa Francesco: lo slancio missionario a cui la Chiesa deve essere più sensibile, senza centrarsi su se stessa, ma sull’annuncio di Gesù Cristo ai fratelli nelle periferie, che non sono soltanto le periferie delle lontananze sociali, ma anche quelle esistenziali. A tale scopo, ha spronato i vescovi a una rilettura ecclesiale di ciò che già Paolo VI scriveva nella Evangelii Nuntiandi. Ciò potrà aiutare la Chiesa di oggi a intraprendere quel rinnovamento evangelico da tutti auspicato e a cui tutti siamo tenuti, ciascuno per la sua parte.
 
d. Giovanni Nizzi
 
 
‘In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni’. In questo versetto, tratto dalla lettera ai Galati (1,18), San Paolo evidenzia, in embrione, lo spirito della Visita ad Limina Apostolorum, che tutti i Vescovi sono tenuti a compiere ogni cinque anni ‘per venerare le tombe dei Beati Apostoli Pietro e Paolo’ (limen significa propriamente ‘soglia, dimora’, ndr) e presentarsi al Romano Pontefice, relazionando sullo stato della diocesi affidata loro (cann. 399 e 400 CIC e, rafforzando, attraverso la visita al Successore di Pietro e alle tombe dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, pastori e colonne della Chiesa Romana, la loro responsabilità di successori degli apostoli (cfr Congregazione per i Vescovi, Direttorio per la visita ‘ad limina’). Se da sempre i fedeli hanno compiuto pellegrinaggi presso le tombe degli apostoli – e il Concilio di Roma del 743, sotto il pontificato di San Zaccaria, registra e conferma l’obbligo per i vescovi di effettuare un pellegrinaggio nell’Urbe – solo con papa Sisto V, nel 1585, viene stabilita la cadenza triennale per le Visite, la cui pratica nei secoli precedenti si era affievolita. Nel 1909 la Congregazione concistoriale (l’attuale Congregazione per i Vescovi) riorganizza la Visita ad Limina portandone a cinque anni (dieci per gli Ordinari di sedi extraeuropee) la cadenza, poi resa quinquennale per tutti, vescovi e soggetti equiparati, nel 1975. Attualmente l’organizzazione delle Visite, a cura della Congregazione per i Vescovi, prevede l’omaggio alle tombe dei Principi degli Apostoli, l’incontro con il Santo Padre e i contatti con i Dicasteri della Curia Romana, con una cadenza che, anche a causa dell’aumento di numero delle circoscrizioni ecclesiastiche, ha superato di poco i cinque anni previsti.
 
Fabio Massimo Mattoni