Inaugurata la nuova chiesa di Foligno

È stata inaugurata oggi pomeriggio (26 aprile 2009) la nuova chiesa di Foligno, voluta dalla Conferenza Episcopale Italiana e disegnata dall’architetto di fama internazionale Massimiliano Fuksas. La solenne liturgia della dedicazione della nuova chiesa si è svolta alle ore 17, alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose del territorio. La cerimonia è iniziata alle 17 in punto sotto una pioggia battente, che non ha scoraggiato le centinaia di fedeli presenti. Le maestranze che hanno costruito la nuova chiesa hanno simbolicamente consegnato le chiavi dell’edificio al vescovo di Foligno monsignor Gualtiero Sigismondi, che ha così aperto alla comunità le porte della chiesa. Accanto a monsignor Sigismondi, l’arcivescovo di Firenze monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei quando nel 2001 è stato approvato il progetto per la costruzione di questo innovativo modello architettura sacra. Monsignor Betori ha definito la nuova chiesa un simbolo della rinascita di Foligno dopo il terremoto del 1997 e un innovativo modello arte sacra, che proietta la spiritualità oltre i canoni classici. Al suggestivo rito di apertura e alla solenne cerimonia dedicazione della chiesa era presente anche l’architetto Massimiliano Fuksas. Il progettista, piuttosto emozionato, ha detto di aver costruito a Foligno l’opera più intensa ed importante della propria esistenza. La solenne cerimonia – presieduta dal vescovo di Foligno – è poi proseguita con la consacrazione di tutti gli spazi e gli arredi sacri della chiesa. Molto intensa la riflessione di monsignor Sigismondi, che durante l’omelia ha detto: «Si tratta di un complesso edilizio che, essendo slanciato e proiettato verso l’alto, disegna un dialogo tra cielo e terra, che consente di intuire che la Chiesa pellegrina sulla terra si configura come vera e propria cripta della basilica della nuova Gerusalemme, la città santa che, come dice l’Apocalisse, ‘è a forma di quadrato: la sua lunghezza è uguale alla larghezza’ (cf. Ap 21,16); immediatamente dopo l’Autore sacro precisa che ‘la lunghezza, la larghezza e l’altezza sono uguali’, lasciando intendere che è a forma di cubo!». «Si tratta – ha sottolineato ancora monsignor Sigismondi – di un edificio di culto che, essendo inondato dalla luce del Sole, i cui raggi entrano trasversalmente e verticalmente, vuole sottolineare che la Chiesa ‘non brilla di luce propria’, ma della luce di Cristo, ‘Sole di giustizia’ ». «Si tratta – ha affermato ancora il vescovo di Foligno – di un complesso che, facendo dell’altare il punto di contatto e di tangenza tra il piano orizzontale e quello verticale, rende plastica l’esclamazione che ancora oggi, nella celebrazione eucaristica, viene rivolta alla comunità credente: Sursum corda». 
 
Il nuovo edificio sacro – un cubo di cemento armato alto 25 metri e costruito su un gioco di luci naturali che proietta lo sguardo verso l’infinito – è stato intitolato a San Paolo, l’apostolo delle genti.Il complesso parrocchiale sarà a servizio dell’Unità Pastorale ‘Giovanni Paolo II’, costituita dalle parrocchie di Budino, Cave, Maceratola, Fiamenga e San Giacomo e guidata dal parroco don Giovanni Zampa.