Saluto del vescovo eletto S. E. Mons. Domenico Sorrentino alle autorità in Piazza della Repubblica

28-08-2021

Carissimi fratelli e sorelle!

Lasciate che sia solo questo il titolo di onore con cui vi abbraccio tutti.
Quale titolo più bello? Prima e al di là delle nostre differenze, c’è questa verità che, da sola, racchiude il senso stesso della nostra vita.
Fratelli e sorelle! Non soltanto perché la nostra umanità, lo vogliamo o no, è fatta della stessa pasta: la pandemia ce lo sta re-insegnando. Ma fratelli e sorelle soprattutto perché abbiamo – lo riconosciamo o no, questo dipende dalla fede di ciascuno – un unico Padre.
Vengo a Foligno sapendo di poter calcare orme sicure. Mi metto nel solco di una grande storia.
Vi ringrazio tanto per l’accoglienza. Per me è un abbraccio. Sentitelo anche da parte mia verso di voi. Lo estendo a tutti, come città, come popolo, come Chiesa.

Signor Sindaco, gentili autorità, cari fedeli e cittadini!

L’ingresso nel ministero di un vescovo ha assunto in ogni secolo il colore delle circostanze.
Oggi, grazie a Dio, non v’è nulla – meno che mai nel mio pensiero – che possa suonare altro che l’ingresso in un servizio.
Prendere coscienza che siamo povera gente, alla ricerca di un senso, col bisogno di essere l’uno accanto all’altro e mai l’uno contro l’altro, è l’inizio di ogni sapienza ecclesiale e civile.
Vengo nel nome di Gesù, e solo di lui.
Ciò significa anche che vengo con le braccia aperte, ad accogliere tutti, e a farmi tutto a tutti, quanto me lo permetteranno le mie forze.
Sono originario di una terra dove il cuore è abituato, nonostante tutto, a cantare.
Quando, nel 2008, fece l’ingresso a Foligno il carissimo mons. Sigismondi, al cui percorso pastorale non farò fatica a dare seguito, rimasi impressionato dal calore con cui venne accolto. Mi feci l’idea dei folignati come di un popolo umano, cordiale, espansivo. Non avrei mai pensato che, dopo essermi fatto “assisano” con gli assisani, mi sarei fatto oggi anche “folignate” con i folignati. Lo faccio con vero piacere. Lo sento dal profondo del cuore
Il resto, cari fratelli e sorelle, ce lo diremo strada facendo. So che non vi aspettate più di quello che potrò darvi. Devo servire, insieme, due comunità diocesane. Nella specificità che vi contraddistingue, e che sarà attentamente custodita, con tutta la vostra storia, le vostre ricchezze spirituali e culturali, non vi sarà difficile aprirvi, per delle sinergie che oggi sono l’unica maniera di affrontare le complessità ad ogni livello, anche ecclesiale.
A nessuno sfugge che la crisi con cui facciamo i conti è anche una crisi di pensiero e di valori. La grande tradizione cristiana non è più scontata. È ora di riprendere l’entusiasmo evangelizzante degli inizi, quello testimoniato per questa Città soprattutto dal patrono san Feliciano, perché Gesù torni ad essere un punto di forza anche del nostro cammino sociale e culturale.

Sentitevi tutti ben voluti, stimati, abbracciati. Il mio saluto deferente al signor Sindaco e alle altre autorità. La Chiesa folignate, come ha fatto finora, non smentirà, nei confronti di tutti, e in particolare delle istituzioni, l’atteggiamento del dialogo, dell’ascolto reciproco, della collaborazione, nella distinzione degli ambiti, in vista del bene comune.
Il mio abbraccio giunga soprattutto a chi, in questa Città e in questa diocesi, per i più diversi motivi, si trova in una condizione di disagio, di ristrettezza, di sofferenza. Ho voluto per questo iniziare dal “Germoglio meraviglioso”, e vi ho lasciato, come piccolo dono augurale, una meditazione su quella che Francesco d’Assisi avrebbe chiamato “sorella povertà”: tre balze da scalare, a cominciare da quella che il Santo scalò qui a Foligno con il celebre episodio della vendita della merce e del cavallo. Sarà bello poter camminare insieme. Lo auguro a me, lo auguro a voi: buon cammino, nel nome del Signore!

+ Domenico Sorrentino