Il grazie del Vescovo al direttore della Gazzetta

Il cortocircuito tra editore e direttore della Gazzetta di Foligno non impedisce di dire grazie a don Germano Mancini, che per oltre quarant’anni ha diretto il Settimanale diocesano d’informazione politica, religiosa e culturale. È un grazie detto con semplicità, per la passione e la dedizione con cui il direttore ha guidato la barca della Gazzetta nel mare aperto del confronto e del dialogo con la società civile folignate. È un grazie pronunciato con sincerità per la coerenza con cui don Germano ha preso atto della distanza che affezionati lettori, come il vescovo, hanno preso dalla Gazzetta, non certo per la lucidità delle analisi, ma per la ‘deriva politica’ a cui esse, talora, hanno prestato il fianco. Un giornale diocesano – lo dico con un’espressione che traggo dall’epistolario di don Primo Mazzolari, una delle figure più significative della Chiesa italiana della prima metà del Novecento – non deve guardare né a destra, né a sinistra e nemmeno al centro, ma deve puntare in alto!
            Sfogliando le pagine della storia, ormai secolare, del settimanale diocesano risalta con particolare evidenza che la Gazzetta si offre come ‘cantiere aperto’ della Comunità ecclesiale folignate, come ‘laboratorio della fede’ impegnato ad offrire il ‘punto prospettico cattolico’ dal quale vedere, illuminare e giudicare tutti gli avvenimenti, da quelli politici a quelli sociali, da quelli di cronaca a quelli di cultura. Il Vangelo e l’insegnamento della Chiesa forniscono una chiave di lettura intelligente, originale e illuminante delle vicende degli uomini: questo è il ‘binario’ su cui la Gazzetta è chiamata a continuare la sua corsa, accettando la sfida del dibattito anche aspro, che talvolta può provocare persino qualche cortocircuito, ma sempre nel rispetto delle persone e delle idee, per quanto lontane.
La Gazzetta di Foligno si trova di fronte al bivio del ‘rinnovamento nella continuità’, ben sapendo che non c’è novità se non nella tradizione viva della Chiesa, non c’è audacia se non nel camminare insieme, e non c’è profezia se non nella continua ricerca della misura alta della santità. Un settimanale ben scritto e ben disegnato, perché ben pensato; un settimanale di cui i ‘padri fondatori’ possano essere fieri: questa è la linea redazionale che l’editore propone, senza imposizioni! Nel voltare pagina è importante non cedere alle arringhe della nostalgia e, tanto meno, alle lusinghe della diplomazia, ma occorre cercare la forza della profezia che, come scrive Benedetto XVI nella sua ultima enciclica, Caritas in Veritate, domanda alla Chiesa di ‘coniugare la carità con la verità non solo nella direzione della veritas in caritate, ma anche in quella, inversa e complementare, della caritas in veritate’.
            Nel voltare pagina si rende necessaria un pausa di silenzio, non tanto per prendere tempo, quanto per ‘prendere il largo’!
 
+ Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Foligno